venerdì 31 agosto 2007

Pet love motel...


Gridskipper ha scovato la storia di un love motel molto particolare a San Paolo: il Pet Love Motel è probabilmente il primo hotel dell’amore riservato agli animali domestici. Player DVD nelle stanze, arredamento in stile canino e servizi matrimoniali che, nel peggiore dei casi, possono approfittare della struttura per l’inseminazione artificiale. Roba per palati fini: i proprietari di love hotel ne sanno qualcosa, essendo dietro a 7 hotel dell’amore tra i quali uno dei piu’ famosi in città: Opium.
Tratto da Blogtravel
.....Forse mi serviva.....ma 100 real....:-(

Fidanzatini

Un po di relax.....

Quale dei due è Snoopy????


giovedì 30 agosto 2007

Materazzi il libro



Materazzi svela per la prima volta cosa accadde la notte della testata. E lo fa in un libro che sembra un romanzo e invece è la sua vita. La storia di uno troppo alto per il calcio (parola di suo padre, allenatore di pallone) e che ha vinto i mondiali. Uno che ama terroni e zingari. uno che non riusciva a parlare di sua madre. Uno che ha la moglie per psicoanalista. Uno che i figli dicono che fa il muratore. Uno che Costacurta gli mise una taglia sulla testa. uno che veste richmond. Uno che chiamano matrix

Non è una storia di parole, in realtà, ma di sguardi.

Le parole ora le sappiamo. Zidane (mentre Materazzi lo tiene per la casacca durante la finale mondiale Italia-Francia): «Te la do dopo la mia maglia». Materazzi: «Preferisco la puttana di tua sorella».
Questa la frase, rimasta misteriosa per un anno malgrado abbiano perfino provato a far decrittare il labiale del giocatore italiano a un gruppo di bambini sordomuti brasiliani, che ha provocato la testata di Zidane e che adesso sta nella prima riga, nell’incipit come dicono i letterati, di Una vita da guerriero, il libro che Marco Materazzi (Matrix per i fan) ha scritto con Roberto De Ponti e Andrea Elefante.
«Preferisco la puttana di tua sorella» (invece della tua maglietta) non sembra una frase da lavare col sangue o da far dire alla mamma di Zidane, come è stato scritto, che avrebbe gradito vedersi recapitare su un piatto i testicoli del prode Matrix. No, non è una storia di parole, ma di sguardi. Dice Materazzi: «Mi diede fastidio il modo in cui Zidane mi scrutò mentre mi parlava». Cioè? «Dalla testa ai piedi. Gli avevo appena chiesto scusa per averlo strattonato. Uno “scusa” che riassumeva un lungo discorso tipo: “Capiscimi, ma non posso farti saltare, prima hai quasi fatto gol. Così ti tengo un po’. Se l’arbitro vede e mi dà rigore contro fa parte del gioco”.
Ma quando mi guardò in quel modo io da terrone o da orgoglioso mi son detto: “Oh, sono anche io a Berlino a far la finale di Coppa del Mondo. Ho segnato anch’io un gol come te. Perché mi devi trattare come se tu fossi in cielo e io sotto terra?”. E allora alla terza volta che me lo ha detto, guardandomi dall’alto in basso, gli ho risposto».


L’immagine bella, più surreale e più divertente dei Mondiali di Marco

Materazzi non è quella della testata. È quella di Matrix, in ginocchio, che abbraccia l’arbitro Archundia dopo che Grosso ha segnato il gol con la Germania. Un’immagine inedita nella storia del calcio. «Beh, quella è stata la foto dell’anno, non ho trovato di meglio che abbracciare lui». Un fatto di stanchezza? «Sì, non ce la facevo ad arrivare dall’altra parte del campo». Mentre lei lo abbracciava l’arbitro le diceva di smetterla. «Dai, levati, levati, fermati, mi diceva. Mi alzai e lo riabbracciai. Anche perché i miei compagni erano dall’altra parte del campo e volevo dare loro il tempo di tornare. Infatti, alla ripresa del gioco, ripartì l’ala destra tedesca. Come si chiamava... quello velocissimo... dai...Odonkor! E io urlai a Fabio (Grosso): “Torna, torna”. Ma lui, scioccato dal gol che aveva fatto, veniva su piano piano piano. Odonkor partì come un fulmine. Allora lo inseguimmo io e Ale (Del Piero), per fortuna lui arrivò lungo a fare il cross. Immaginatevi se quelli pareggiavano la partita al centoventesimo minuto. Sarebbe stato da pazzi. Io morivo, a livello di cuore dico».
Con Matrix stiamo sfogliando le bozze appena stampate del suo libro. Penso che questo ragazzone, tutto tatuato, sia stato uno dei segreti principali della vittoria dell’Italia di Lippi e dell’Inter dello scudetto. E penso anche che sono stati ingiusti nei suoi confronti. A partire dalla Fifa, il governo mondiale del calcio, che lo condannò per la testata presa da Zidane, uno strano modo di interpretare giuridicamente (ma anche moralmente e logicamente) i fatti. Matrix (che ha un linguaggio immaginifico simile alla sua maniera di vestire, griffata da uno stilista fantasioso come Richmond) riassume filosoficamente gli eventi mentre sorseggiamo un succo di pompelmo: «Mettiamola così: i Mondiali evidentemente dovevano avere un altro finale con un fascio di luce che illuminava Dio che scendeva a premiare i vincitori (non l’Italia chiaramente). Invece abbiamo vinto noi e a qualche sponsor gli è andata storta». Cose di potere, intrighi blatteriani (da Blatter, discusso capo del calcio mondiale).

Mi permetto anche io di prenderla con filosofia: caro Matrix, lei è lo

sponsor di se stesso e per chi è sponsor di se stesso la vita si è fatta difficile e non solo nel calcio. Ma adesso finalmente questo libro racconta la sua ruggente avventura di guerriero del calcio. Ed è una bellissima storia di sport e di vita. I Mondiali lei li aveva già vinti, prima che a Berlino, nei campi di calcio del Sud, quando giocava col Marsala. «La volta più bella fu a Rosarno. Loro per salvarsi dovevano vincere. Avevano cancellato il dischetto del rigore regolare e ne avevano fatto un altro a sei metri e non a undici dalla porta. Lo dissi all’arbitro. E lui: “Se non fate riserva scritta, non posso farci niente”. Allora cancellai col piede il dischetto fasullo, così che in caso di rigore l’arbitro avrebbe dovuto contare per forza i passi per segnare la distanza giusta. Mi capitò di tirare da fuori area. Sfiorai il palo. Scevola, il loro stopper, me lo ricordo ancora come si chiamava, mi affrontò. Gli dissi: “Stai tranquillo che non faccio mai gol io”. Manco a farlo apposta mi ricapita di tirare da lontano, mi viene fuori un tiro bomba. Miracolo del portiere. Scevola mi prese qui al fianco, ebbi il livido per sei settimane. Chiamai l’arbitro: “Guardi”. E lui: “Gioca, gioca”. Appena l’arbitro si girò, lo stopper mi sputò. L’arbitro lo sentì. Tutt’e due espulsi. Corsi verso gli spogliatoi e sentii un compagno che mi urlava: “Attento!”. Come entrai, Scevola mi diede un calcio da karatè. Feci la doccia con la scorta dei carabinieri, arrivati nel frattempo. Meno male, se no mi ammazzava». Come finì la partita? «Perdemmo. E, usciti dallo stadio, ci rubarono le borse, ci ruppero il pullman... Fu un’esperienza bella, molto significativa, ci aiutò a crescere».

Sinisa, Deki, Ibra e LuÍs

Lei è amicissimo, nell’Inter, di gentaglia tipo Sinisa, Deki, Ibra. «Gentaglia?». Lo dico in senso buono: Sinisa, cioè Mihajlovic, Deki, cioè Dejan Stankovic, e Ibra, cioè Zlatan Ibrahimovic, sono i miei idoli calcistici (e forse, ormai, anche extracalcistici). «Allora va benissimo, capisco lo spirito con cui lo dice. Sì, siamo gentaglia, il primo io. Gente scaltra però buona. Sinisa è lo zingaro per eccellenza perché è un uomo vero». Questo elogio dello zingaro mi piace. Mi parli di questa tribù. C’è dunque Sinisa... «Che è il fratello maggiore, uno diretto. Quando si affeziona a una persona guai a chi la tocca». Poi c’è Stankovic, un duro dal cuore d’oro, l’ho visto piangere come una fontana in campo perché un compagno che non segnava da mesi aveva finalmente fatto gol. «Dejan è mio fratello, guardi». Mi mostra i braccialetti al polso. C’è una bandiera italiana e una bandiera serba e il numero 5 (che è il numero del serbo Stankovic). Capisco che quel braccialetto è un simbolo di fratellanza, un giuramento di sangue. «Dejan dedica tutto se stesso alla famiglia e a chi gli è veramente amico. Ha un carattere istintivo, uguale al mio. Ci aiutiamo a vicenda. Se in campo sbrocco io arriva lui, se sbrocca lui arrivo io. Dejan è uno che non tradisce mai».
Del vostro gruppo fa parte anche Luís Figo? «Certo». Figo mi sembra un uomo di classe immensa, ha tratti di pura regalità. «Non si sbaglia e sappia che la classe che ha in campo ce l’ha anche nella vita. Ed è un campione anche per quello. Luìs è una persona umile, vera. Fa con classe anche i falli».
Scusi la nota malinconica, ma il calcio è anche malinconia, giovinezza che finisce presto, lei ci pensa mai a quando smetterà di giocare? Sarà un momentaccio, un vuoto enorme, senza più gli zingari, senza più gli Odonkor da inseguire... «Chi vive male la fine della carriera è chi si è fatto troppo coinvolgere dalla parte finta del nostro mondo. Quella delle veline, quel circo lì. Credo che per me non sarà così: io sono Marco e alla fine


cercherò di restare Marco».

I figli e la luce riflessa

Mi racconti (infortuni a parte) la sua giornata tipo. «Mi sveglio alle 7 e un quarto, chiaramente lascio dormire mia moglie e porto i bimbi a scuola, vado a fare allenamento, poi vado a riprenderli». A che ora è l’allenamento? «Dieci e mezza, 11. Ma io alla Pinetina arrivo verso le nove, nove e mezza. A quell’ora siamo in pochi. Io, Sinisa, quelli che portano i bambini a scuola. Poi alle quattro vado a riprenderli e iniziano le loro attività sportive. Ma lì preferisco che li accompagni mia moglie». Perché? «Non mi piace che i miei figli vivano di luce riflessa. Non tanto loro quanto la gente che li circonda. Ad esempio, mia moglie va in un villaggio turistico tutti gli anni e registra i figli a nome suo. A mio figlio grande quando gli chiedono che lavoro fa suo padre dice: il muratore, il tassista».
Mi sembra, letto il libro, che sua moglie sia un po’ la sua psicoanalista. «Daniela è un po’ la mia coscienza. Cerca di farmi tirare fuori tutto della mia infanzia, cose che nemmeno io conosco». Grazie a sua moglie lei ha rimosso un blocco, ha rotto un silenzio lunghissimo legato alla morte di sua madre quando lei era ragazzino. «Fino a poco tempo fa quando parlavo di mia madre mi veniva il magone, tuttora se ne parlo molto finisco per piangere. Ma già il fatto che riesco a parlarne vuol dire che in me qualcosa è cambiato».

Qualcosa è cambiato anche in un altro senso. Mi riferisco al suo primo incontro con Daniela, come è raccontato nel libro. Mi lasci dire ma lei nell’occasione appare, come direbbe il suo amico e figlioccio Ringhio Gattuso, un tamarro terribile. Capelli scolpiti ai lati col rasoio, sembra l’ultimo mohicano. «È vero, ero quello che definiscono...» Uno zarro? «Sì, zarro andrebbe bene, ma direi meglio che ero quello che definiscono Il Giocatore. Avevo 22 anni. Ero ancora un ragazzo di C1, di quelli che vogliono apparire pur non essendo nessuno e avendo mezza lira in tasca». Permetta che le rinfreschi la memoria leggendo il passo incriminato: «la prima volta che ci siamo visti al bar dove lavorava, ci provai subito, con la presunzione di chi si crede chissà chi. Avevo i capelli rasati sui lati, mi vestivo firmato, facevo un po’ lo spaccone, ostentavo».
È così Il Giocatore?


«Sì, preciso, e in più ero tutto firmato dalla giacca ai calzini». (Su quella prima volta interviene Daniela Materazzi, parte in causa: «Lo scambio dei numeri di telefono è andato così. Lui mi fa: “Ce l’hai la penna?”. Io: “No, non ce l’ho”. “Ce l’ho io”, fa lui e tac apre la giacca per prenderla dalla tasca interna e mi sbatte sul muso, sbam!, l’etichetta Dolce&Gabbana. Capisce? Mi voleva far vedere che la giacca era firmata»).
Su di lei, Matrix, circola una leggenda metropolitana: che una volta lei stava passando per strada a Milano con moglie e figli e un ragazzino, milanista, da un ultimo piano le urlò «Materazzi pezzo di merda» o qualcosa del genere coro da stadio e lei... «Non è una leggenda, è un fatto vero, successo in via Solferino, all’incrocio con via Marsala. Il ragazzino andai a cercarlo. Per sfortuna sua, una persona stava entrando nel palazzo e così mi intrufolai. Suonai alla porta del ragazzino. All’inizio non volevano aprirmi. Quando lo fecero, la madre massacrò il figlio con lo sguardo. Il ragazzino scrisse poi una lettera alla Gazzetta, scrisse che aveva sbagliato e che avevo mostrato molta intelligenza nel rimproverarlo. Mi venne d’istinto di fare così. Non era una reazione tipo “adesso vado a buttarlo giù dal terrazzo”, ma tipo: “e adesso dimmelo in faccia quello che hai detto nascosto sul balcone”. Mi piacque molto la reazione del ragazzino. Mi fece morire la faccia della madre».

Il gol più bello

Nel libro lei racconta di quando a Perugia giocava la sua prima stagione in serie A e arrivò il Milan. Vinceste 1-0 e Billy Costacurta, uno dei simboli rossoneri, le disse: «Sappi che ho un sacco di amici nelle altre squadre. Metterò una taglia sulla tua testa». «Quella cosa mi fece male, tornai negli spogliatoi piangendo e possono testimoniarlo i massaggiatori del Perugia. La settimana dopo mi capitò di marcare Lentini perché era uno dei più alti e più bravi di testa. Ci si teneva, è normale, ci si strattonava. Lentini mi disse a mezza bocca: “Allora avevano ragione”. Verso fine partita feci un intervento e lui, non so se fortuitamente o volontariamente, arrivò con tutta la foga e mi aprì il sopracciglio. Vidi il sangue... Se fai uno più uno: Lentini ha giocato nel Milan, quello mi dice metto una taglia sulla tua testa, ho degli amici, ne ho tanti. Poi l’anno dopo se Lentini con me si fa male... Io non venivo dal Real Madrid, io venivo da Marsala, avevo giocato a Rosarno, se nessuno mi fa giustizia alla fine me la faccio da solo. Costacurta lo rincontrai a Milano, quando passai all’Inter, volevo inserirmi in quell’ambiente nuovo, il calcio milanese, molto preciso e signorile. Cercai di instaurare con Costacurta un rapporto da collega. Lo vidi in via in via Manzoni con le stampelle, si era appena operato al ginocchio, lo salutai da lontano: “Come stai?”. così, per sdrammatizzare. Non è servito a niente. Posso fare un paragone giornalistico per spiegarmi?». Prego. «Ecco, Costacurta si sente uno da Sole 24 ore, da Corriere della Sera. Diciamo che non è uno da Giornale di Sicilia come sono io, e lo dico con orgoglio. Lui trova modo ogni volta nelle interviste di pizzicarmi: che sono un antipatico, che sono un rompipalle. Però in faccia non me l’ha mai detto e probabilmente non me lo dirà mai. Vuol sempre apparire come il Signorino, però anche lui in campo dice cose brutte. Lui che fa il prete e non lo è». Il bello di questa vicenda è che lei è campione del mondo e Billy no. «Lui è vice-campione del mondo, va detto, è arrivato un attimino corto».

Ci sarebbero da raccontare tante cose di Matrix. Di quando suo padre


)

(allenatore) gli disse di darsi al basket perché era troppo alto per il pallone. Di quando giocò in Inghilterra. Di quando un 5 maggio (napoleonico quanto mai) perse con l’Inter uno scudetto già vinto, di quando spaccò la faccia a Cirillo nel sottopassaggio di San Siro, di quando segnò in rovesciata al Messina il gol più bello del campionato scorso della serie A (dopo aver preso una sberla poco prima dall’allenatore del Messina, Bruno Giordano: le storie di Matrix sono sempre complicatissime). Tutte cose scritte nel ferratissimo libro di De Ponti ed Elefante e che aspettano solo d’essere lette. Vorrei chiudere, da devoto manciniano (nel senso del mister interista), chiedendo a Materazzi del Mancio. Dice Matrix: «Se ho fatto quello che ho fatto negli ultimi due anni il merito è anche di Mancini». Però con Mancini all’inizio avevate un rapporto complicato. «Complicato perché...». Lui è un timido? «È molto timido». Credo che lui si comporti in maniera sprezzante per timidezza. «Ecco, bravo, non capisci mai dove arriva la timidezza e dove comincia tutto quello che ognuno di noi ha. Parlo di sentimenti come la vanità, l’orgoglio, la presunzione, la permalosità... È come quando mia moglie mi dice: “Perché non fai così?” E io: “Perché sono timido”. Lei: “Ma così passi per un ignorante”. Ecco a me capita quotidianamente di passare per ignorante».

Antonio D’Orrico

30 agosto 2007

Tratto da il corriere della sera

mercoledì 29 agosto 2007

Eredità di 12 milioni di dollari al cagnolino


Leona Helmsley e il suo cagnolino nel 2003

WASHINGTON - Si chiama Trouble, è una piccola maltese un po' viziata, e ora è pure miliardaria. A lasciarle un'eredità di 12 milioni di dollari è stata la sua "padroncina". La ricchissima Leona Helmsley, morta il 20 agosto all'età di 87 anni e ex-proprietaria dell'Empire State Building, nel suo testamento l'ha infatti preferita persino ai cari nipoti.

Si può immaginare la sorpresa di parenti e amici, al momento dell'apertura dell'anomalo testamento. Al maltese è andata la più cospicua singola quota del patrimonio di oltre 4 miliardi di dollari. A due nipoti sono andati "solo" cinque milioni di dollari ciascuno. Ma la cifra però potrà essere incassata solo se andranno, almeno una volta l'anno, in visita alla tomba del padre. Al fedele autista, la misera somma di 100 mila dollari.

Altri due nipoti, Craig Panzirer and Meegan Panzirer, sono rimasti invece a bocca asciutta. Per loro nemmeno un dollaro. La spiegazione vergata dalla terribile signora è molto essenziale e recita: "Loro sanno perché".

La donna, soprannominata la "Regina del Male" per il modo in cui trattava i suoi dipendenti, ha indicato che dovrà essere suo fratello Alvin Rosenthal a prendersi cura della piccola Trouble.

Nei trascorsi della ricchissima Helmsley anche un arresto per evasione e le prime pagine di tutte le testate statunitensi. In quel momento pronunciò la famosa dichiarazione: "Solo i poveracci pagano le tasse".

Il cagnolino, quando terminerà la sua vita agiata, avrà anche la fortuna di venire sepolto nel mausoleo della famiglia Helmsley accanto alla "generosa" vecchietta.
Trattto da la repubblica

mercoledì 22 agosto 2007

Fa test Dna a mutande del marito, licenziata...

Voleva scoprire eventuali tradimenti del consorte. Risultato positivo
Una tecnica del laboratorio scientifico della polizia del Michigan è accusata di aver svolto attività privata nelle ore di lavoro.


WASHINGTON
- Ha fatto il test del Dna alle mutande del marito per scoprire sue eventuali infedeltà. Per questo Ann Chamberlain, una tecnica del laboratorio scientifico della polizia del Michigan ha perso il posto di lavoro. La donna è infatti accusata di avere svolto attività privata durante le ore di lavoro. La moglie gelosa sostiene invece invece di avere fatto il test fuori dalle ore di servizio, usando materiale chimico che aveva superato la data di scadenza e che doveva quindi essere buttato via. Ma la sua versione non ha convinto le autorità di polizia. Il test del Dna aveva dato alla Chamberlain una cattiva notizia: il marito in effetti l'aveva tradita con un'altra donna. I due hanno adesso divorziato. La Chamberlain è rimasta così in un colpo solo senza marito e senza lavoro.
Tratto dal corriere della sera
 Ann Gordon (Ap)

E tempo di ritocchi

Dopo il fotomantaggio delle gemelle di Garlasco, che forse per sfruttare la morte della cugina per fasi vedere....


il quotidiano francese Paris match ,pubblica le foto del presidente francese ritoccate,togliendogli le maniglie del'amore,ma l'Express publica l'originale svelando il ritocco,niente da dire quando si ritoccano le modelle....ma quando si fa questo per potenti è culto della personalità,e questo mi ricorda cose antiche ....ma anche moderne (vedasi berlusconi...)che non vorrei che ritornassero.

Foto tratte dal corrire della sera

martedì 21 agosto 2007

I Simpson......


La nostra famiglia simpsonizzata....:-P
Modelli realizzati sul sito ufficiale del film "I Simpson".

Leggende sul cellulare



Dieci leggende sull'uso del cellulare.
Dal sito del corriere e El Pais .
1) Il telefonino non causa l'impotenza se tenuto nelle tasche anteriori dei pantaloni.

2) Non è vero che gli operatori telefonici fanno pagare le chiamate perse, anche se ci guadagnerebbero, visto che al mondo ci sono più squilli andati a vuoto che messaggi di testo.

3) E' inutile far scaricare completamente la batteria del telefonino prima di attaccarla alla presa nella convinzione che così durerà per sempre. Tutto il contrario: questa pratica, valida per le vecchie batterie al nichel-cadmio, ottiene l'effetto opposto su quelle al litio, usate oggi.

4) C'è poi una lunga sequela di allarmi sulle batterie dei cellulari, trasformate in bombe a orologeria portatili. Si può affermare a cuor leggero che non si registrano esplosioni di batterie omologate. Il beneficio del dubbio può venire con quelle taroccate, che si comprano per pochi euro, se esposte a temperature elevatissime.

5) Accendere il cellulare non provoca incendi nelle stazioni di rifornimento di carburante: ci sono più probabilità che delle scintille vengano fuori sfregando le zeppe metalliche di un paio di scarpe anni Settanta.

6) Niente panico se a bordo di un velivolo squilla un cellulare o ci si dimentica di disinserire la batteria. Si può generare solo qualche interferenza radio, ma gli aerei sono ormai quasi tutti schermati.

7) Se tenuto nella tasca della camicia, le emissioni del telefonino non provocano aritmie e disturbi di cuore, parola dell'Organizzazione mondiale della sanità.

8) I dati inviati per sms (pin, indirizzi) non sono intercettati.

9) I cellulari non provocano avarie negli elettrodomestici.

10) I cellulari non danneggiano i microchip delle carte di credito.

sabato 18 agosto 2007

Le 25 leggi piu strane..

Dal Corriere e dal Time le 25 leggi piu strane al mondo

1) La testa di una balena morta trovata sulle coste inglesi appartiene al Re, mentre la coda è della Regina (nel caso in cui ne avesse bisogno per farsi fare un busto).
2) In Bahrain, un ginecologo maschio può visitare una donna, ma non può guardarle direttamente le parti intime e le può vedere solo attraverso il riflesso di uno specchio
3) A Londra, è illegale fermare un taxi e salirci sopra se si ha la peste
4) Nel Vermont, le donne hanno bisogno del permesso scritto del marito per mettere i denti finti
5) A Boulder, in Colorado, è illegale uccidere un uccello entro i confini della città, come pure possedere un animale domestico: legalmente parlando, gli abitanti di Boulder sono esclusivamente "pet minders", ovvero badanti degli animali
6) Nella città di York si può uccidere uno scozzese all’interno delle antiche mura della città, ma solo se questi ha in mano arco e frecce
7) A Chester, gli uomini gallesi non possono entrare in città prima dell'alba e restarvi dopo il tramonto
8) Nel Kentucky, non si può portare un'arma di nascosto lunga più di 6 piedi (182 centimetri)
9) In Florida, le donne non sposate che fanno paracadutismo di domenica rischiano la galera
10) In Gran Bretagna, un uomo che si trova costretto a urinare in pubblico, lo può fare solo se mira alla ruota posteriore della sua auto e tiene la mano destra sul veicolo
11) In San Salvador, gli autisti ubriachi possono essere uccisi da un plotone di esecuzione
12) A Londra i "Freemen" (onorificenza medievale) possono condurre le pecore giù per il London Bridge senza pagare alcun dazio e possono inoltre portare le oche lungo il Cheapside
13) In Inghilterra, tutti gli uomini al di sopra dei 14 anni devono esercitarsi due ore al giorno con l’arco
14) In Indonesia, la pena per la masturbazione è la decapitazione
15) A Miami, in Florida, è illegale andare con lo skateboard in una stazione di Polizia
16) Nel Lancashire, nessuno può incitare un cane ad abbaiare, dopo che un poliziotto gli ha intimato di smettere
17) In Inghilterra, una donna incinta può partorire da sola, dove vuole. Perfino, se lo desidera, nel casco di un poliziotto
18) Le navi della marina inglese che entrano nel porto di Londra devono rifornire con un barile di rum il governatore della Torre di Londra
19) In Ohio, è contro la legge prendere un pesce azzurro
20) In Alabama, è illegale per un autista guidare bendato
21) Secondo le leggi inglesi sull’evasione fiscale del 2006, è illegale non dire a un agente del fisco qualcosa che voi non volete che lui sappia, sebbene non dobbiate dirgli qualcosa che non pensate che lui debba sapere
22) In Francia, è proibito chiamare un maiale "Napoleone"
23) È considerato tradimento mettere il francobollo raffigurante il Re inglese capovolto
24) Non si può morire in Parlamento
25) È proibito per un taxi di Londra trasportare cani rabbiosi o salme

venerdì 17 agosto 2007

Segno?!?

Stavo navigando in google earth
e tra milioni di foto ho trovato questa..... che dici può essere un segno del destino....


speriamo di no

VA-FFA-NCU-LOOOOO

Quando ci vuole ci vuole.....:-D
Grande aldo...

giovedì 16 agosto 2007

Altro tramonto....

O vida anche questo ti sei perso, anche se penso lo stai guardando dal rodanel...buono studio vita....un bejo....

Ilmegio di Oreglio

Un po di poesia per tirare sù l'umore :-)


Noi

Noi amanti perduti nella tempesta
Noi amanti battuti dal vento
Noi amanti frustati dall'uragano
AmoreMa vaffanculo te e il picnic!

Ti amo

Non è stato facileNon è stato facile dirti "ti amo"
Non è stato facile dirti "amore
Non è stato facile dirti "addio"
Certo il cinese è una lingua un po' del cazzo!

Ho visto
Ho visto gente vivere in baracche
Ho visto gente nutrirsi di rifiuti
Ho visto gente morire per strada
Vacanze di merda che ho fatto quest'anno!

Love story
Un profumo nell'aria
Champagne sulla tavola
Un vestito sul tappeto
E nel mio letto tuCane di merda!

Segni

È notteUn gufo mi guarda
La luna mi sorride
Le stelle mi parlano
E le nuvole creano disegni di ogni tipo
La devo smettere di farmi le canne...

AmoreAmore,

il tuo viso mi ricorda la bellezza scultorea di PoppeaAmore,
la tua tenacia mi ricorda la forza eburnea di Cleopatra
Amore, la tua astuzia mi ricorda l'efebica astuzia di Messalina
Amore, c'hai fatto caso che mi ricordi solo delle grandi puttane?

Linea netta

Certo è difficile crederci
Ma il verde che c'era ormai non c'e più
E il grigio ha preso il suo
Certo vorrei non fosse vero ma
Tra ciò che c'era prima e ciò che c'e adesso
La linea è nettaLa linea è irrimediabilmente netta
Porca puttana mi hanno proprio rigato la macchina!

Lasci il segno
Quando parli lasci il segno
Quando ridi lasci il segno
Con lo sguardo lasci il segno
Caro il mio Zorro, hai rotto i coglioni!

Non piangere
Non piangere cara
E cerca di capire
Mi piace quando mi accarezzi il collo
Adoro sentire i tuoi buffetti sulle guance
È bellissimo quando mi copri gli occhi e mi chiedi "chi sono?"
Però quando guido non mi devi rompere i coglioni!

Avrei voluto
Avrei voluto avere il tempo di parlarti
Avrei voluto avere il tempo di conoscerti
Avrei voluto avere il tempo di capirti
Ma dopo due minuti me l'hai data!

Insaziabile
Amore
Non ne hai mai abbastanza
Sono le tre e mi dici spingiSono le quattro e mi dici spingi
Sono le cinque e mi dici spingi spingi spingi
Non ce la faccio più
Tre ore di altalena sono una gran rottura di coglioni!

Ti ho cercato tanto

Ieri sera ti ho cercato tanto
Ho provato ovunque
Ma nienteDi te non c'era traccia
Sono andato a letto senza di te
Mi sentivo nudo
E il vento passava sul mio corpo
Facendomi provare brividi di freddo
Ma dov'eri finito?Pigiama di merda!

La fuga

Io e te seduti accanto in macchina
Sotto una pioggia battente
Parlare delle nostre incomprensioni
All'improvviso fuggire via da te
Senza dire una parola
Brividi freddi mi corrono lungo la schiena
E gocce di sudore mi imperlano la fronte
Il dolore mi fa contorcere
Come una foglia verde tra le fiamme
Mentre sto qui seduto tremanteL'universo intorno a me si espande
Che brutta cosa la diarrea...

Il sole

Nel mondo, la povertà aumenta di continuo,
ma...Domani il sole sorgerà ancora
Nel mondo, le guerre mietono vittime,
ma...Domani il sole sorgerà ancora
Nel mondo, la fame di ricchezza distrugge ogni cosa, ma...
Domani il sole sorgerà ancora.
Nel mondo...
Certo che il sole se ne sbatte i coglioni di quel che accade nel mondo!

All'aria aperta

AmoreTu che mi parli del mandorlo in fiore
Tu che guardi il cielo e mangi una mela
Tu che salti, giochi, corri, e io corro con te
Ma come cazzo si fa a scopare così?!

Prima volta

Amico mio, ti sei fatto la barba
Ti sei messo il profumo
Le hai comprato dei fiori
È la prima volta che vieni a puttane, vero?

Riflessioni

Abbiamo analizzato le prospettive intrinseche della nostra storia
Abbiamo messo a fuoco le ragioni ataviche del tuo io,del mio io e del nostro noi
Abbiamo motivato le reciproche intenzioni per il conseguimento della nostra felicità...
Poi è logico che viene tardi e non si scopa, eh!

Mi è bastato vederti da lontano

Mi è bastato vederti da lontano
Per capire quanto era grande la tua bellezza
Mi è bastato vederti da lontano
Per capire quanto ti avevo già desiderata
Mi è bastato vederti da lontano
Per capire da quanto tempo ti avevo aspettata
Mi è bastato vederti da vicino
Per capire: minchia, da lontano non ci vedo proprio più un cazzo!

Matematica

Ti ho detto che due più due fa quattro
Ti ho detto che due rette sono incidenti quando s'incontrano
Ti ho spiegato il teorema di Pitagora
Bene, ora che sai la matematica, puoi metterti a novanta gradi!

Malandrina

SilenziosaEntri nella mia camera
Palpi il mio corpo nudo
Finché trovi il posto più dolce e invitante
E cominci a succhiareZanzara di merda!

Mi ami?
Cara, tu dici che ami i fiori e li strappi dai campi..
Cara, tu dici che ami i pesci e te li mangi...
Cara, quando dici che mi ami io ho paura...

mercoledì 15 agosto 2007

Tramonto di questa sera...

O vida...questa sera oltre alla mia compagnia, ti sei persa anche questo tramonto :-(



Benvenuti nel blog di sergio e linda.....



O vita...un novo spazio tutto per noi spero che ti piaccia......


un bejo.....